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Ad un certo punto, abbiamo pensato che fosse finita. Era circa il 2005. “Il tempo dei grandi tour sta volgendo al termine” avevano detto. E noi ci avevamo creduto. Sembrava anche, dopo qualche triste minuto di riflessione, una scelta logica e certamente ponderata. L’età avanzava, la fatica si faceva più greve. Ma nelle tasche, nelle budella, nel sangue e nel sudore degli Iron Maiden, c’era ancora qualcosa da dare. Dopo quel momento di ‘riflessione’, quasi impercettibile se visto alla luce di una carriera quarantennale, sono esplosi più carichi e vincenti di prima. Più grintosi e innovativi, con quella voglia sfacciata di mettersi sempre in gioco. Abbiamo temuto che i British Lion assorbissero più energie del necessario, abbiamo avuto paura che Bruce ci lasciasse le penne o decidesse di “appendere al chiodo” le sue corde vocali.
Ma tutto questo non è successo. Vedere gli Iron Maiden esibirsi al Milano Summer Festival è stato drammaticamente bello. La band torna in una città che ha ospitato una parte importante delle sue esibizioni italiche. Dal Vigorelli al Palatrussardi, dal Forum di Assago alla Fiera di Rho. I Maiden a Milano sono un po’ di casa. Quando compaiono sul palco il visibilio del pubblico è totale. C’era ancora qualche spazio da colmare, ma questi sono dettagli. La band è in grande forma, lo show è maestoso e il pubblico è scatenato. Il rapporto con la folla è come sempre spettacolare, non c’è tregua per gli occhi dei nostri, c’è sempre una faccia che cerca di incrociare il loro sguardo, c’è sempre un volto che inneggia ad uno sforzo maggiore di quello profuso il secondo precedente.
È difficile stare negli Iron Maiden. Devi smentire coloro che per 364 giorni in un anno ti danno del bollito, per poi venire a sbavare al tuo concerto. Devi tener fede alle aspettative di quanti ti seguono da molti, moltissimi anni e vogliono da te sempre il meglio. Devi far percepire che dare il 100% per te non è un obiettivo, ma un fanatismo religioso. Inoltre, devi saperti rinnovare, laddove ad altri si chiede un jeans nero elasticizzato e un bel logo sullo sfondo, tu sai che non basteranno 15 scenografie e 7 cambi costume per saziare la fame dei tuoi fan.
Ma nessuno, nessuno è come gli Iron Maiden. Leggeri, ma granitici. Fieri, ma scherzosi. Britannici fino all’osso, ma multiculturali nei modi e nella sostanza. Sanno innovare e riproporsi in maniera sempre nuova anche quando hanno a che fare con la loro storia, quando la gloria dei brani che propongono basterebbe da sola a straripare nelle bocche di coloro che accorrono ai loro concerti. Anche questa volta hanno preso il fondoschiena di chi non credeva che fossero degni figli del dio del rock e l’hanno spaccato come un’anguria.
Tutto questo non potrà andare aventi per sempre. Ci sarà un giorno per mollare e consegnarsi alla leggenda… “Ma non è questo il giorno!”.
GALLERIA FOTOGRAFICA: 09/07/2018: MILANO SUMMER FESTIVAL
La redazione di Eddie’s
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