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Rock n'Roll Ribs PDF Stampa E-mail
Mercoledì 11 Agosto 2010 07:30 MaZZo   

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Il sud degli States è meraviglioso e anche senza tutta la pubblicità che ha avuto dal cinema e dalla televisione sarebbe stato una meta di viaggio bellissima.
C'e' tutto: la sconvolgente natura delle Everglades e la straordinaria tecnologia di Cape Canaveral. Il sole accecante delle spiagge di Miami e i colori spettacolari dei parchi di Orlando.
La strada percorsa non pesa affatto quando si immagina di raggiungere certi posti e si capisce perché il poliedrico batterista degli Iron Maiden, Nicko Mc Brain, abbia scelto di salutare la pur splendida Londra per decidere di vivere nel cosiddetto Sunshine State. A differenza della terra di Albione, Miami ha quell'influenza latina che la rende più vivibile, ha l' anima passionale del sud vestita di uno splendido ed elegante abito del nord. Del resto chi non amerebbe un posto del mondo dove si può stare con maglietta e pantaloncini 365 giorni l'anno?
Il Rock'n'Roll Ribs si trova a Coral Spring, poche miglia a nord di Miami. Quando si arriva con l'aiuto del GPS, senza negli States sei davvero perso, lo si nota immediatamente, non solo per i caratteri dell'insegna ma anche perché spicca dagli standard americani che vogliono principalmente le grandi catene di ristorazione a far da cornice alle strade. Purtroppo la globalizzazione ha appiattito la tipicità dei locali e dei negozi, anche nell'architettura. Questo da un lato evita sorprese negative, ma dall'altro cancella anche quelle positive e quella avuta a Coral Spring è stata davvero positivissima.
In America i piatti nazionali sono tre: gli arcinoti hamburger e hot dog e le meno conosciute ribs, che altro non sono se non le costolette di maiale spesso condite con salse dolciastre e piccanti.
Al Rock'n'roll Ribs si è preferito quest'ultimo come piatto principale arricchendolo comunque con succosi sides (contorni) e altri tipi di carne arrostita.
Il posto non è molto grande e questo particolare fa in modo che i conviviali vivano un'esperienza più condivisa soprattutto nell'ambito musicale.
Le pareti sono piene, e quando dico piene parlo anche di quelle dei bagni, di cimeli della storia degli Iron Maiden. Premi e Awards di tutti i generi conferiti principalmente a Nicko durante la sua lunga carriera, fotografie e rullanti sparsi ovunque, chitarre, e maschere di Eddie che fanno un po' il verso a tutti gli anonimi e “cheesy” Hard Rock Café del mondo.  A concludere la scenografia una batteria con un flatscreen sullo sfondo che manda in continuazione DVD dei Maiden, e di altri geni della musica metal.
Dopo la carrellata di emozioni ho conosciuto Nathan, manager del ristorante, un ragazzo davvero speciale. Un sorriso sincero e positività profusa.
Abbiamo parlato molto e quando gli ho detto che venivo da DC per vedere il locale quasi si e' commosso, mi ha detto dell'idea di come far partire il locale, della scelta dei menu e della fatica per arredarlo. Abbiamo parlato della clientela che, a dispetto dei pregiudizi, non e' esclusivamente formata da metalheads, tutt'altro. Durante il giorno il locale e' frequentato anche da uomini di affari che preferiscono l'originalità alla piattezza di una catena. Il locale funziona bene e a fine serata si arriva sempre con le scorte al minimo.
Dopo la chiacchierata ho preso posto e mi è stato portato il main course: l'Appetite of the Beast vale a dire una costata e mezza di maiale, mezza libbra di maiale e manzo, mezzo pollo, patatine, fagioli, cavoli crudi, pannocchie bollite e pane tostato all'aglio. Il menu parla anche di un antiacido finale che pero non ho voluto... Una vera terzinata delle papille e i sensi sono andati in estasi quando l'udito e la vista hanno percepito che Churchill stava per dare il via alla Aces High del Volo 666. Una vera esperienza a cinque sensi che per un fan dei Maiden diventa a sei quando si va a toccare quella passione che è nell'animo di chi vive per questa arte e di chi sa quanto ragione avesse Stendhal nella descrizione della sua Sindrome che nei tempi moderni non rimane più circoscritta alle sole opere statiche. Forse esagerazione ma del resto “se devi chiederlo non lo saprai mai!”
Prima di andare via e complimentarmi ho salutato ancora l'amico Nathan sulle note di Run to the Hills, mentre la mia mente immaginava le vaste praterie del nord e le mie gambe bramavano di percorrerle, ma questa e davvero un'altra storia.

Matteo Narcisi